Le erbe di San Giovanni
23 giugno
Domani festa della natività di
san Giovanni Battista, san Giovannino decollato. Siamo alla mezza estate e
questa è la notte magica, notte di prodigi e di misteri. La rugiada che si
formerà durante questa notte avrà poteri taumaturgici e renderà ancora più
potenti le erbe che avrete l’accortezza di raccogliere all’alba, prima che il
sole le asciughi. Cosa cercare?
1−
l’iperico dai fiori gialli, da tenersi sul corpo tutta la notte per proteggere
dalle sventure, e garantire sonni sereni, o fuori dalle porte per proteggere le
famiglie
2−
l’artemisia contro il malocchio
3−
la ruta per le proprietà curative, e come scaccia diavoli, data la sua forma a
croce
4−
la menta bagnata dalla rugiada a garanzia della lunga vita
5−
la salvia a proteggere dalle creature malvage
6−
la verbena simbolo di pace e prosperità; cara alle streghe, era in grado di
guarire dalle malattie
7−
il ribes i cui frutti rossi sono chiamati anche bacche di San Giovanni
8−
il rosmarino che, appeso con iperico e ruta alle porte delle case, teneva
lontani diavoli e streghe
9−
l’aglio, potentissimo talismano, se raccolto prima del sorgere del sole era
particolarmente forte contro la stregoneria
10−
l’artemisia, preservava dai fulmini ed era amuleto protettivo contro il
malocchio
11−
la lavanda, riposta a mazzetti nei cassetti e negli armadi, proteggeva la
biancheria e per estensione anche tutta la famiglia
12−
la felce, donava capacità divinatorie, forze soprannaturali e sapienza (secondo
le credenze il suo fiore si schiude solo la Notte di San Giovanni, resta
visibile per un attimo e può essere raccolto solo dopo aver lottato con il
diavolo).
Ma anche
−
la vinca, utilizzata anch’essa per la preparazione di talismani vegetali
−
la mandragora, una delle piante più pericolose, con la doppia facoltà di sedare
ed eccitare data la sua essenza ambivalente, maschio e femmina; molto cara alle
streghe, la usavano per preparare narcotici e filtri d’amore
−
l’erba carlina, che serviva ad impedire il passo malefico della strega; se
inchiodata alla porta di casa infatti, costringeva la strega a contarne con
esattezza tutti i capolini.
Tenete da parte in
particolare i fiori, essicateli con cura. Quando cominceranno a imperversare i
temporali estivi mettetene qualcuno in una ciotola - al centro del tavolo in
cucina – e date loro fuoco; il loro fumo salirà al cielo e servirà a placare
l’ira di Taranìs (il dio celtico del fulmine), inducendolo a metter meno forza
nel braccio che lancia i suoi strali verso i poveri mortali. Se invece
preferite un rito d’ispirazione cristiana non avete che da sostituire i fiori
di san Giovanni con le foglie del ramo d’olivo che vi sarete certamente
procurati in chiesa, la domenica delle Palme. Religioni diverse, medesimi riti…
Una parte dei fiori
potete metterla a macerare nell’alcool per realizzare ël pärfùm ëd sän
Giovàn, allungandolo con l’acqua miracolosa prodotta dalla rugiada sulle
erbe raccolte. Servirà, inalato, a combattere il raffeddore nella cattiva
stagione.
Però state ben attenti, quando
vi aggirerete per prati e boschi, perché questa è anche notte di malefici, le
streghe si alzano in volo per raggiungere i luoghi del sabba e danzarvi fino
all’alba in compagnia dei demoni scaturiti dall’inferno. Per proteggervi
riempitevi le tasche con le bacche del brisciol – il ginepro – e se
doveste incontrarne qualcuna lanciategliene addosso una manciata: pare non vi
sia miglior modo per renderle innocue e metterle in fuga.
E, già che ci siete,
trovate pure 24 noci – ancora ben acerbe in questo periodo – e mettetele sotto
spirito, magari in una di quelle grappe fatte in casa che resusciterebbero
anche i morti da quanto sono forti. Lasciatele lì a macerare, con pazienza: a
Natale avrete un nocino da fare invidia.
Prosit!
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