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venerdì 28 maggio 2010

Agricoltura tradizionale a Ramate

Dal Bollettino Parrocchiale di Ramate, n. 22, 30 maggio 2010
RAMATE NEL PASSATO
4° IL LAVORO – a: Agricoltura.
Nella descrizione di elementi importanti del nostro passato, una rilevanza notevole assume la ricerca sul lavoro dei nostri antenati, antichi o più vicini a noi, tenendo presente che l’attuale sviluppo demografico della nostra zona è dovuto alla grande esplosione dell’artigianato e dell’industria, oltre che del commercio, con le possibilità di lavoro che tali attività offrivano anche ad immigrati, prima delle zone vicine, poi via via dall’Italia di nord est, dal resto dell’Italia ed infine dal resto del mondo.
La laboriosità e la creatività dei ramatesi fa sì che l’argomento “lavoro” richieda più puntate. La prima riguarda l’agricoltura, che è considerata l’attività primaria in ordine di tempo e d’importanza, perché l’alimentazione è esigenza essenziale del nostro organismo.
L’agricoltura del passato, che riguardava non molti nuclei famigliari, si può ricostruire da fonti di vario genere, ma anche osservando l’attuale paesaggio che ci circonda. E non è impossibile immaginare le attività quotidiane dei nostri avi, che erano proprio la coltivazione dei campi, l’allevamento del bestiame, il piccolo artigianato connesso a tali attività, la caccia e la pesca.
Il nostro territorio offre tracce di queste attività: i prati stabili, lavorati tre volte all’anno (fegn – argorda - terzola) più il pascolo, libero dall’11 novembre fino ai primi freddi, ora sono sempre più rari. Poi le cascine per il ricovero del bestiame, del fieno e delle foglie, prevalentemente ai margini del vecchio centro, per motivi igienici. E poi, ancora meno visibili, i resti dei terrazzamenti (limulitt), strappati ai pendii con duro lavoro, con muretti a secco, in posizione solatia, nei boschi che dividevano Ramate dalla parte alta del Comune. E che dire delle pietraie e dei confini, anche semplici sassi (terman) che suddividevano con molta precisione i limiti delle proprietà, anche boschive? Non sono presenti alpeggi e prati esclusivamente a pascolo, numerosi invece sopra Casale e le frazioni alte. Sono diffusi boschi di castagni e latifoglie, pochi invece incolti e gerbidi, esistenti solo ai margini dello Strona.
La fertilità del nostro territorio, dovuta ai detriti e sedimenti dello Strona e dei vari corsi d’acqua, era discreta; la piccola pianura della Corcera e i terrazzamenti erano intensamente coltivati e lavorati, non solo dai ramatesi, ma anche da abitanti di Buglio, ai tempi comune molto importante. Così fiorivano le coltivazioni di foraggi nei prati e di segale, mais, patate, vite, fagioli, ortaggi e frutta, castagne, ecc. Forse non era coltivata la canapa, perché non ci sono tracce di macereti.
Con questi prodotti, con latte, burro, formaggi, carni degli allevamenti e anche quelli derivati dalla caccia e dalla pesca, successivamente con l’acquisto di riso, si viveva più o meno bene, a seconda delle vicende climatiche e storiche del tempo.
Ora a Ramate l’agricoltura consiste in orti, piccoli campi, scarsissima presenza di animali di stalla e di cortile: lo sviluppo di Ramate è dovuto ad altri fattori, che approfondiremo.
Notizie più esaurienti si possono trovare su scritti disponibili presso la Biblioteca comunale, in particolare la ricerca “Casale com’era” –dell’aprile 1983 –a cura dei giovani della Parrocchia di Casale.
ITALO

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