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giovedì 24 settembre 2009

LA MADONNA DELLA MERCEDE

Fino all’anno 416, la Spagna fu travagliata dai Vandali e dai Goti che, cessato il Romano Impero, se ne erano resi padroni. Quando Giuliano, conte di Centa, ebbe vinto e ucciso Roderico, ultimo re dei Goti, nel 713, la Spagna fu invasa dai Saraceni, venuti dall’Africa. Costoro, per essere maomettani, si diedero subito a perseguitare in ogni modo i Cristiani traendone molti in dolorosa schiavitù. Lo stato delle cose durò così miserando fino al principio del secolo XIII, per lo spazio cioè di circa 600 anni.Maria Santissima, a cui tutti i buoni si rivolgevano e che già aveva dato a S. Domenico il Rosario per debellare le eresie, venne anche stavolta in aiuto.Nella notte dall’1 al 2 agosto 1218, Maria Santissima apparve a S. Pietro Nolasco, signore molto pio e molto ricco, giovane di 29 anni, che era di universale edificazione. A lui la Vergine Santa comandò di istituire un nuovo Ordine religioso che si denominasse della Mercede e che avesse fra l’altro, l’obbligo di redimere gli schiavi cristiani.
Al mattino, S. Pietro Nolasco parlò di questa visione avuta nella notte, col suo confessore, S. Raimondo di Peñafort. Meraviglia! A lui pure era apparsa la Vergine, dicendo le stesse cose. Entrambi, allora, si portarono dal re Giacomo di Aragona, che comandava cioè quella parte della Spagna che fin dal 778 Carlo Magno aveva tolta ai Mori. Li ascoltò il buon sovrano e li fece meravigliare, quando egli stesso affermò di aver avuto la medesima visione e il medesimo comando da Maria Santissima.Non ci poteva dunque essere alcun dubbio circa la volontà del Signore!I tre si misero all’opera, volenterosi.
Il 10 agosto, nella cattedrale di Barcellona, dal vescovo del luogo, Berengario della Palù, San Pietro Nolasco ricevette l’abito bianco e lo scapolare, distintivo del nuovo Ordine. Ai soliti tre voti (povertà, castità; obbedienza) aggiunse il quarto: quello di darsi, occorrendo, anche in ostaggio per la redenzione degli schiavi. Il re Giacomo diede, come prima casa del nuovo Istituto, la maggior parte del suo palazzo.
Così ebbe principio il grande Ordine dei Mercedari, che fregiandosi il petto delle armi del re di Spagna e approvati da Papa Onorio III nel 1223 e da Gregorio IX nel 1235 si diffusero per il mondo, facendo del bene immenso. E la Vergine Santa, fondatrice e sostenitrice di quell’Ordine, ebbe un culto più affettuoso e più generale.
Da noi a Casale Corte Cerro e precisamente nell’oratorio della frazione di Cereda, la devozione alla Madonna della Mercede, proviene dal sacerdote Pietro Ferraris, morto il 21 dicembre 1842 nella bella età di 77 anni, che per essere ex religioso Mercedario, aveva donato alla chiesa un piccolo quadro spagnolo. Questo raffigurava la Vergine incoronata, in piedi, a braccia larghe e sotto il manto, vuoi a destra e vuoi a sinistra, stanno uomini e donne, grandi e popolani, pienamente difesi dalla Madre di Dio.
S’introdusse fin dalla prima volta, perché suo giorno fisso, la Messa cantata al 24 settembre, finché essendo zelante fabbriciere dell’Oratorio il signor Carlo Pietro Zingaro, si pensò a comperare una statua della Vergine a Milano dalla ditta Lorenzo Riva. Il caro simulacro arrivò e il 22 novembre 1925, in una bella giornata di sole, in una commovente festa di cuori, fu benedetto e dal Gabbio fu portato all’Oratorio della Cereda in una grandiosa processione, non facilmente dimenticabile.E da quel giorno la Vergine Santa, a braccia larghe, diffonde le sue grazie per le anime e per i corpi, per i vicini e per i lontani.Per merito di Lei, s’è abbellita la chiesa d’un altare nuovo in marmo, consacrato da Maurilio Fossati vescovo di Galtelli Nuoro (Sardegna), il 28 settembre 1926.
(Da uno scritto di mons. Pietro Belloni Arciprete di Casale Corte Cerro. Edizione tipografia Antonioli – Domodossola - 8 dicembre 1927).

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