Pubblichiamo il testo della poesia che il poeta casalese Marco Arvonio ha voluto dedicare al parroco, don Massimo Galbiati, in occasione della festa per il suo 60° compleanno tenutasi lo scorso 28 settembre.
Don
Massimo Galbiati
Da
perito elettrotecnico a prevosto diocesano
camminando
insieme a Dio sempre mano nella mano,
perché
in Lui soltanto ha senso il percorso della vita
—
quel mistero di alti e bassi, un po' in discesa e un po' in salita…
che
per strade differenti è per tutti una missione —,
anche
in questa nuova tappa al di qua del Mottarone.
Ha
una bella moto Guzzi e un Fiat "Scudo" nove posti,
fu
ciclista dilettante e tagliò traguardi tosti;
forse
all'epoca non era nient'affatto smemorato,
cosa
che ora, a volte, accade, ma non è giammai peccato:
è
lui stesso che lo ammette e si scusa puntualmente,
e
qui tutti lo stimiamo con un trend via via crescente.
Dopo
Lesa e Belgirate, infatti, è parroco a Casale,
con
diversi campanili e doppia casa parrocchiale;
mentre
una se l'è scelta quale sua abitazione,
l'altra
invece fa da ufficio e ha subito un'invasione:
sì,
di libri libri e libri… ce n'è proprio una montagna
che,
leggendoli, il sapere certamente ne guadagna,
una
grande biblioteca di cultura traboccante
che
ha seguito il suo padrone nel trasloco dal Vergante.
Festeggiamo
oggi il "don" per i dodici suoi lustri,
dopo
i tanti compleanni che ha vissuto tra i lacustri;
tocca
a noi, con gran piacere, fargli festa e ringraziarlo,
poiché
è qui e ci fa da guida, ma dobbiamo supportarlo
con
i doni e i carismi che ciascuno sa di avere
e
con l'arma senza pari quali sono le preghiere,
senza
traccia di insidiose ipocrisie, invidie e spocchie…
così
Dio vivrà nei cuori delle nostre tre parrocchie.
I
parrocchiani tutti
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