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lunedì 21 luglio 2025

Storia e storie della chiesa di San Carlo

 


I 125 ANNI DELLA MADONNA DI POMPEI A CASALE

125 anni or sono, proprio all’alba del nuovo secolo, il dinamico arciprete don Pietro Tettoni, parroco di San Giorgio, portava a Casale il culto della Vergine del Rosario di Pompei, dedicandole la chiesa dei santi Carlo Borromeo e Bernardo d’Aosta.


il quadro con le immagini di san Carlo e san Bernardo che ornava l'altare originale

 

l'edificio originario e i lavori di costruzione del campanile

Dall’opera Novara Sacra del 1929 apprendiamo che l’edificio fu eretto nel 1593 su disegno, sembra, del padre priore dei Francescani del Sacro Monte d’Orta; fu poi demolito, per motivi sconosciuti, e completamente ricostruito nel 1826 e completato con il campanile nel 1926. Era allora situato in aperta campagna, e nei primi anni dell’800 gli era stato affiancato il nuovo camposanto a seguito dell’editto di Saint Cloud emanato nel 1805 da Napoleone primo, imperatore dei Francesi e re d’Italia.

Nel 1900 don Tettoni fece smontare il preesistente altare maggiore in legno e lo sostituì con una nuova opera in prezioso marmo – progettata dall’architetto Albino Gussani di Torino - sovrastata dal quadro di Enrico Volonierio con la riproduzione del dipinto presente nel santuario campano, ornando poi – nel 1902 - il capo della Vergine e del Bambino Gesù con due preziose corone in oro e argento. Ai due lati venivano posate le statue dei santi – Carlo e Bernardo, quest’ultimo accompagnato dal tradizionale diavoletto incatenato - cui la chiesa restava comunque ufficialmente intitolata. L’inaugurazione della nuova opera avvenne il 20 maggio del 1900, con la partecipazione del vescovo di Novara, monsignor Edoardo Pulciano.


lapide a ricordo della dedicazione del 1900

Nel 1925 si tennero grandiosi festeggiamenti per il 25° anniversario, con una seconda incoronazione solenne e per conservarne memoria venne data alle stampe una pubblicazione monografica intitolata ‘In luce di gloria’. Una copia è stata recentemente ritrovata da Michelangelo Calderoni nell’archivio della famiglia del nonno, Michele Calderoni, che per anni fu fabbriciere e sacrestano – ël costeuri, in dialetto casalese – della parrocchia di San Giorgio Martire. La parrocchia ha provveduto a eseguirne un certo numero di copie da mettere in distribuzione. 


Si arriva poi al ‘fattaccio’ del 1930, quando nella notte tra il 17 e il 18 giugno un ladro penetrò nella chiesa attraverso una delle finestre, spaccò il cristallo di protezione della pala e si impossessò delle corone preziose provocando parecchi danni anche all’altare. Pare però che si fosse tagliato con i frammenti dei vetri, tanto da lasciare una visibile traccia del percorso di fuga che i Regi Carabinieri poterono seguire sino alla sua abitazione – a Ramate, si dice – procedendo all’arresto e al recupero della refurtiva.


l'altare danneggiato dai ladri

 

la processione del 1930

L’arciprete don Pietro Belloni lanciò subito una sottoscrizione tra i compaesani per provvedere alle necessarie riparazioni e organizzò una nuova cerimonia per la seconda incoronazione della Vergine, con festeggiamenti che si protrassero per tre giorni, dal 14 al 16 di agosto, e sono ben descritti nella lettera che fece diffondere alla popolazione.


Nel 1950 si celebrò il 50° anniversario della dedicazione, procedendo a una terza incoronazione, anche questa volta con una grandiosa festa che durò per un’intera settimana, dal 4 al 10 di luglio.

programma dei festeggiamenti del 1950


lavori interni negli anni '80

Ricordiamo infine come - per tutta la seconda metà del XX secolo e del primo ventennio del XXI - vennero svolti a intervalli regolari lavori di mantenimento e ristrutturazione dell’edificio. Da citare soprattutto il grande intervento stradale dei primi anni ’70 che portò alla realizzazione della via 1° Maggio e all’allargamento della via Crebbia, con conseguente eliminazione della graziosa piazzetta semicircolare che fronteggiava la chiesa di San Carlo, con la Croce Missionaria al suo centro e la doppia scaletta di pietra che portava alla vecchia strada per Cafferonio.

                                                                 Massimo M. Bonini – Max barbä Bonìn    20/07/2025

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