La Giunta Regionale, con delibera n. 54 del 4 agosto, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte del 13 agosto, ha definitivamente approvato la variante generale al piano regolatore comunale che era sta varata dall’amministrazione Maggiola quasi dieci anni fa.
I tecnici del settore Urbanistica hanno inserito una lunga serie di prescrizioni aggiuntive - soprattutto per quanto riguarda la protezione idrogeologica del territorio – alle norme di attuazione proposte dall’amministrazione comunale.
Arriva così all’epilogo una lunghissima e travagliata vicenda, i cui unici risultati sono quelli di aver aggiunto qualche area edificabile a quelle già previste dal piano generale del comune. Aree per altro ormai quasi completamente utilizzate attraverso i meccanismi di deroga previsti dalla legislazione vigente.
Di fatto il nuovo strumento potrà dare qualche vantaggio a pochi cittadini, ma non porta in sé quegli elementi che gli permettano di divenire strumento per una riqualificazione del territorio.
Diviene allora importante avviare uno studio serio sulle problematiche dello sviluppo e sul futuro di questo nostro paese, uno studio che parta da un’analisi condotta con rigorosi criteri scientifici e non basata, come purtroppo è successo nel passato, anche recente, sulle semplici e disorganiche richieste degli amministrati. Certo, procedere in questo modo richiede un cambio di mentalità e un deciso salto di qualità; richiede soprattutto che gli amministratori badino meno al consenso elettorale e molto di più all’interesse collettivo della comunità che sono stati messi a governare.
Casale ha bisogno di un nuovo piano regolatore, nuovo soprattutto nel concetto di base, che preveda scelte coraggiose e responsabili. Casale ha bisogno di persone che prendano in mano questo processo con onestà intellettuale e con determinazione. E soprattutto Casale ha bisogno del coinvolgimento dei cittadini in questo processo, non perché ciascuno caldeggi il proprio interesse personale, ma affinché tutti insieme individuino e perseguano il bene comune.
I tecnici del settore Urbanistica hanno inserito una lunga serie di prescrizioni aggiuntive - soprattutto per quanto riguarda la protezione idrogeologica del territorio – alle norme di attuazione proposte dall’amministrazione comunale.
Arriva così all’epilogo una lunghissima e travagliata vicenda, i cui unici risultati sono quelli di aver aggiunto qualche area edificabile a quelle già previste dal piano generale del comune. Aree per altro ormai quasi completamente utilizzate attraverso i meccanismi di deroga previsti dalla legislazione vigente.
Di fatto il nuovo strumento potrà dare qualche vantaggio a pochi cittadini, ma non porta in sé quegli elementi che gli permettano di divenire strumento per una riqualificazione del territorio.
Diviene allora importante avviare uno studio serio sulle problematiche dello sviluppo e sul futuro di questo nostro paese, uno studio che parta da un’analisi condotta con rigorosi criteri scientifici e non basata, come purtroppo è successo nel passato, anche recente, sulle semplici e disorganiche richieste degli amministrati. Certo, procedere in questo modo richiede un cambio di mentalità e un deciso salto di qualità; richiede soprattutto che gli amministratori badino meno al consenso elettorale e molto di più all’interesse collettivo della comunità che sono stati messi a governare.
Casale ha bisogno di un nuovo piano regolatore, nuovo soprattutto nel concetto di base, che preveda scelte coraggiose e responsabili. Casale ha bisogno di persone che prendano in mano questo processo con onestà intellettuale e con determinazione. E soprattutto Casale ha bisogno del coinvolgimento dei cittadini in questo processo, non perché ciascuno caldeggi il proprio interesse personale, ma affinché tutti insieme individuino e perseguano il bene comune.
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