A
Casale non succede mai nulla… É una frase che si sente spesso in paese, pronunciata
da persone di ogni età e condizione. Ci riferisce alla presunta mancanza di
occasioni di svago e socializzazione, a una ipotetica condizione di 'morte
civile' del paese che provocherebbe l'emigrazione del sabato sera e non solo.
Ma sarà veramente così?
Prendiamo
ad esempio il periodo appena trascorso. Vado a rileggere le notizie delle
scorse settimane e trovo l'Oktoberfest, tre serate di divertimento a cura della
Pro Loco, il corso di dialetto – che proseguirà nei prossimi mesi come ciclo di
conferenze sulla cultura tradizionale, nell’intento di istituire anche a Casale
una università popolare (Uni3) - al museo della Latteria Consorziale, spettacoli
di teatro dialettale e per bambini al Cerro, presentazioni di libri e dei
relativi autori, proiezioni fotografiche e chiacchierate musicali curate dal
foto club L’Obiettivo e dai circoli Arci, gite e corsi di ginnastica a cura
dell’associazione Promozione Anziani. Il tutto nell’arco delle sei settimane
trascorse dal termine della stagione estiva.
So
inoltre per certo che sono in fase di organizzazione numerosi altri momenti di
festa, concerti, spettacoli, conferenze curate da diverse associazioni del
comune, tanto da rendere assai ricca e interessante l’offerta complessiva di
eventi sino alle prossime festività di fine anno.
A
Casale non c’è mai nulla? Fatti i debiti confronti oserei affermare che, in
proporzione alla popolazione e alle risorse disponibili, Casale sia nella zona
uno dei centri più vivaci e dinamici.
Quello
che invece sconforta è la scarsa partecipazione della cittadinanza a tutte
queste iniziative, dove le facce che si incontrano sono sempre le stesse e dove
spesso si incontrano più foresti che casalesi. Motivazione? “Non ne
sapevo nulla!” è la più ricorrente, seguita da “Non ho tempo” e da “Non mi
interessa questo, ci vorrebbe ben altro” (ma cosa, esattamente?)
Mancanza
di informazione? Tutte le occasioni vengono pubblicizzate attraverso i
tradizionali mezzi di comunicazione: giornali locali, bollettini parrocchiali e
associativi, locandine affisse in tutti i luoghi pubblici e spesso consegnate
personalmente ai possibili interessati. Sono poi ampiamente sfruttati i nuovi
sistemi di comunicazione via internet attraverso siti web, blog e pagine dei
social network. Personalmente continuo a mettere a disposizione il lavoro di
cronista volontario attraverso le pagine dei settimanali diocesani e i miei
siti web, a condizione che le notizie da pubblicare pervengano con almeno una
settimana di anticipo.
Un
problema reale è invece costituito dalla frequente sovrapposizione delle
iniziative, dovuto al lavoro frazionato dei vari organizzatori. A questo si
potrebbe rimediare comunicando con un buon anticipo cosa ‘bolle in pentola’ a
una centrale unica di informazione, attività che l’assessorato comunale
alla cultura sta da tempo cercando di organizzare, con poche risposte e
conseguenti scarsi risultati, purtroppo. Speriamo che si possa arrivare per il
futuro a una maggiore apertura reciproca e a un miglior coordinamento, ma “Cäsàal
gh’è mai notä” ci sembra veramente un’osservazione priva di fondamento.
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