Il 6 agosto 1944 un grosso reparto nazista e un piccolo reparto georgiano (che non ha preso parte al combattimento), si porta a Casale Corte Cerro verso le 11 antimeridiane. I tedeschi stanno iniziando un'azione di rastrellamento e si fermano in paese per chiedere dei muli per trasportare munizioni e viveri. Muli non ve ne sono e i nazisti prelevano, fra la popolazione, 10 ostaggi che vengono usati per trasportare il materiale che dovevano portare i muli.
La colonna nazista riprende il cammino con i 10 ostaggi, quando vedono che da una baita dell'Alpe Grandi sale del fumo. Il comandante nazista ordina ai suoi uomini di porsi a semicerchio e avanzare. Nella baita è in sosta una squadra della 3^ brigata "Megolo" comandata da Bruno Bertone di Casale Corte Cerro e composta da undici uomini (fra cui Giordano, fratello del caposquadra); il gruppo proviene dalla Minarola e deve portarsi in Valstrona.
L'allarme per la presenza del nemico viene dato quando ormai è troppo tardi; un fuoco d'inferno investe il gruppo dei partigiani che non si arrendono, escono allo scoperto, rispondono al fuoco del nemico con un lancio di bombe a mano e con raffiche di mitra; alcuni raggiungono il bosco vicino e si salvano (Giordano Bertone, Eliseo Bertone, Francesco De Rossi, Giulio Solari e Marino Venanzi, i due ultimi feriti). Cadono combattendo; Bruno Bertone, 22 anni di Ramate; Alfredo Davide Bertone, 30 anni; Paolo Migliarini, 33 anni di Casale Corte Cerro; Elio Del Signore, 24 anni di Gravellona Toce; Ernesto De Rivi, omegnese, e il bresciano Giacomo Stoffler.
La baita é data alle fiamme con i corpi dei caduti all'interno; i loro resti verranno riportati in paese il giorno successivo, con le gerle, sulle spalle delle madri e delle sorelle.
dal sito novara.anpi.it
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