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martedì 23 giugno 2020

Almanacco del Giorno



Le erbe di San Giovanni
23 giugno
Domani festa della natività di san Giovanni Battista, san Giovannino decollato. Siamo alla mezza estate e questa è la notte magica, notte di prodigi e di misteri. La rugiada che si formerà durante questa notte avrà poteri taumaturgici e renderà ancora più potenti le erbe che avrete l’accortezza di raccogliere all’alba, prima che il sole le asciughi. Cosa cercare?
1− l’iperico dai fiori gialli, da tenersi sul corpo tutta la notte per proteggere dalle sventure, e garantire sonni sereni, o fuori dalle porte per proteggere le famiglie
2− l’artemisia contro il malocchio
3− la ruta per le proprietà curative, e come scaccia diavoli, data la sua forma a croce
4− la menta bagnata dalla rugiada a garanzia della lunga vita
5− la salvia a proteggere dalle creature malvage
6− la verbena simbolo di pace e prosperità; cara alle streghe, era in grado di guarire dalle malattie
7− il ribes i cui frutti rossi sono chiamati anche bacche di San Giovanni
8− il rosmarino che, appeso con iperico e ruta alle porte delle case, teneva lontani diavoli e streghe
9− l’aglio, potentissimo talismano, se raccolto prima del sorgere del sole era particolarmente forte contro la stregoneria
10− l’artemisia, preservava dai fulmini ed era amuleto protettivo contro il malocchio
11− la lavanda, riposta a mazzetti nei cassetti e negli armadi, proteggeva la biancheria e per estensione anche tutta la famiglia
12− la felce, donava capacità divinatorie, forze soprannaturali e sapienza (secondo le credenze il suo fiore si schiude solo la Notte di San Giovanni, resta visibile per un attimo e può essere raccolto solo dopo aver lottato con il diavolo).
Ma anche
− la vinca, utilizzata anch’essa per la preparazione di talismani vegetali
− la mandragora, una delle piante più pericolose, con la doppia facoltà di sedare ed eccitare data la sua essenza ambivalente, maschio e femmina; molto cara alle streghe, la usavano per preparare narcotici e filtri d’amore
− l’erba carlina, che serviva ad impedire il passo malefico della strega; se inchiodata alla porta di casa infatti, costringeva la strega a contarne con esattezza tutti i capolini.
Tenete da parte in particolare i fiori, essicateli con cura. Quando cominceranno a imperversare i temporali estivi mettetene qualcuno in una ciotola - al centro del tavolo in cucina – e date loro fuoco; il loro fumo salirà al cielo e servirà a placare l’ira di Taranìs (il dio celtico del fulmine), inducendolo a metter meno forza nel braccio che lancia i suoi strali verso i poveri mortali. Se invece preferite un rito d’ispirazione cristiana non avete che da sostituire i fiori di san Giovanni con le foglie del ramo d’olivo che vi sarete certamente procurati in chiesa, la domenica delle Palme. Religioni diverse, medesimi riti…
Una parte dei fiori potete metterla a macerare nell’alcool per realizzare ël pärfùm ëd sän Giovàn, allungandolo con l’acqua miracolosa prodotta dalla rugiada sulle erbe raccolte. Servirà, inalato, a combattere il raffeddore nella cattiva stagione.
Però state ben attenti, quando vi aggirerete per prati e boschi, perché questa è anche notte di malefici, le streghe si alzano in volo per raggiungere i luoghi del sabba e danzarvi fino all’alba in compagnia dei demoni scaturiti dall’inferno. Per proteggervi riempitevi le tasche con le bacche del brisciol – il ginepro – e se doveste incontrarne qualcuna lanciategliene addosso una manciata: pare non vi sia miglior modo per renderle innocue e metterle in fuga.
E, già che ci siete, trovate pure 24 noci – ancora ben acerbe in questo periodo – e mettetele sotto spirito, magari in una di quelle grappe fatte in casa che resusciterebbero anche i morti da quanto sono forti. Lasciatele lì a macerare, con pazienza: a Natale avrete un nocino da fare invidia.
Prosit!

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