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giovedì 19 marzo 2020

Una poesia per i tempi difficili


Riceviamo  e volentieri pubblichiamo un contributo in rima del nostro poeta casalese Arvi (Marco Arvonio).

Corona scaccia corona
Peppe-peppereppè! «Potete stare tranquilli,
non c’è un rischio contagio, niente panico e strilli;
sempre alta è la guardia, precauzione e prudenza,
evitiamo allarmismi, parli chi ha competenza;
fermi a terra gli aerei da e verso il Dragone…».
Ma Covid-19 già era qui, in espansione…
E si espande… pertanto, mascherine, amuchina,
focolai, zone rosse… come essere in Cina.
Microscopico e lesto a contagiare la gente,
se anche hai l'occhio di un falco non lo vedi per niente;
riesce a entrare dagli occhi, dalla bocca e dal naso,
per migliaia di volte firmerà un nuovo caso.
E purtroppo non è una comune influenza,
è più grave, e ormai siamo in totale emergenza:
chiuse scuole, atenei, negozi, aziende, locali;
stop a fiere, congressi e altri eventi sociali;
niente baci né abbracci e neanche strette di mano,
e poi tutti da tutti almeno un metro lontano,
oltre a disinfettarci mani, oggetti e un po' tutto,
solo eccì da educati… ma per molti è già lutto.
Dentro al mondo globale langue l'economia:
come affetta d’un tratto da una brachicardia
ogni giorno di più si ritrova in ginocchio,
e noi poveri e persi in questo gran bel pastrocchio!
A chi sta programmando la conquista di Marte…
beh, ci faccia sapere in quale giorno si parte:
prospettiva senz'altro a dir poco grandiosa,
che è giusto sognare come ogni altra cosa.
Ma qualunque sia il sogno, più o meno ambizioso,
non bisogna vantarsene con piglio borioso;
Hyperloop, 5G, Nuova Via della Seta…
siamo sempre comunque come vasi di creta,
ignoriamo l'istante in cui la morte ci coglie,
" Si sta come d'autunno sugli arbusti le foglie".
Né la scienza né l'uomo sono onnipotenti,
e di un singolo giorno o solo pochi momenti
non potremo mai dirci in alcun modo padroni
come insinuano invece i pifferai di illusioni.
La ricchezza, il potere, l'agiatezza, il prestigio…
basta un niente e già l'oro si riveste di bigio.
L'uomo dice a se stesso: «Sì, sei tu il Padre Eterno!»,
ma di un micro esserino già subisce l'inferno;
questo è solo l'assaggio di un più buio futuro
il cui tempo ogni dì è via via più maturo:
nulla accade per caso e il Cielo ancora ammonisce,
è beato chi è attento e questi segni capisce.
Senza Iddio Creatore non andiamo lontano;
prima o poi si sprofonda in qualche lordo pantano…
nella tragicità di giorni e giorni assai neri,
come accadde anche a re e potentissimi imperi:
dalla massima gloria allo sfacelo totale,
economico in seguito a quello morale.
Sia fuori sia in casa, e a letto o in poltrona,
fiduciosi prendiamo la potente corona
per pregare ogni giorno almeno un Santo Rosario,
senza limite alcuno di paese e di orario,
invocando Maria perché assista ammalati,
infermieri, dottori, governanti e scienziati;
perché scacci o inibisca questo virus neonato
e ci aiuti a estirpare i nostri "virus-peccato";
e perché sia in Cina sia in altre nazioni
spazzi via dittature e relative oppressioni.
(Arvi)

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