C’era il pubblico delle grandi occasioni al centro culturale Il Cerro, la sera di venerdì 29 maggio. Andava in scena ‘Färgaj’, spettacolo teatrale realizzato e interpretato dagli allievi delle scuole elementari ramatesi a conclusione del progetto ‘Sui sentieri della storia’. Si è trattato di un minuzioso lavoro di scoperta del territorio casalese, della sua storia, della cultura tradizionale e del dialetto locale svolto in particolare dalle classi quarta e quinta sotto la guida delle loro insegnanti e del professor Massimo M. Bonini, esperto in materia e presidente della Compagnia dij Pastor e dell’ecomuseo Cusius del Lago d’Orta e del Mottarone, enti che hanno patrocinato il lavoro.
La rappresentazione consisteva nel racconto – completamente in dialetto – della vita di un immaginario anziano casalese, dall’infanzia alla gioventù, dal servizio militare al lavoro e fino alla vecchiaia, intervallato da gustose scenette con le quali si è voluta dare testimonianza della vita di un tempo. Ecco allora l’arcigna maestra elementare, armata di bacchetta, il Cäntämasc, le danze tradizionali, l’arruolamento negli alpini con la partenza dei giovani al canto della Marcia dij Coscrìt, il matrimonio, le serate all’osteria, i contrasti coniugali, la presenza costante del Neust Cämpanìn, custode della comunità.
Piacevolmente stupite le autorità, scolastiche e civili presenti, in visibilio i genitori e soprattutto i nonni, cui non pareva vero di riascoltare, dalla bocca dei nipotini, la lingua, le storie, le emozioni della giovinezza.
Un particolare riconoscimento va alla maestra Mara Beltrami, coordinatrice dell’intera operazione, e al maestro Giuseppe Macaluso che ha seguito la parte musicale.
La rappresentazione consisteva nel racconto – completamente in dialetto – della vita di un immaginario anziano casalese, dall’infanzia alla gioventù, dal servizio militare al lavoro e fino alla vecchiaia, intervallato da gustose scenette con le quali si è voluta dare testimonianza della vita di un tempo. Ecco allora l’arcigna maestra elementare, armata di bacchetta, il Cäntämasc, le danze tradizionali, l’arruolamento negli alpini con la partenza dei giovani al canto della Marcia dij Coscrìt, il matrimonio, le serate all’osteria, i contrasti coniugali, la presenza costante del Neust Cämpanìn, custode della comunità.
Piacevolmente stupite le autorità, scolastiche e civili presenti, in visibilio i genitori e soprattutto i nonni, cui non pareva vero di riascoltare, dalla bocca dei nipotini, la lingua, le storie, le emozioni della giovinezza.
Un particolare riconoscimento va alla maestra Mara Beltrami, coordinatrice dell’intera operazione, e al maestro Giuseppe Macaluso che ha seguito la parte musicale.
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