Riceviamo e pubblichiamo.
Negli ultimi giorni sono
giustamente tornate alla ribalta le tematiche relative alla Sanità locale.
Dalla mancanza cronica di medici di base e necessaria riorganizzazione della
medicina territoriale, alla ancora più preoccupante situazione delle strutture
esistenti.
A parlarne i media, colleghi
Sindaci, ma anche e soprattutto medici e infermieri che vivono giornalmente questa drammatica
situazione.
Da neo Sindaco, ritengo
doveroso un intervento su questa tematica, a tutela dei miei concittadini che
così come tutti quelli della nostra Provincia devono subire inefficienze,
disagi e difficoltà all’accesso di un diritto sacrosanto, qual è il ricorso alle
cure sanitarie.
In un contesto così
gravemente compromesso e che è stato paragonato ad un “Titanic” in fase di
affondamento, è ineludibile una profonda
riflessione da parte della Regione Piemonte, Ente competente in materia.
La realtà è oggettiva e
sotto gli occhi di tutti: personale allo stremo e gravemente sottorganico a
causa di dimissioni e pensionamenti anticipati, bandi per la ricerca di medici
che vanno deserti costantemente, interventi
di ristrutturazione sugli ospedali di Domodossola e Verbania che forse vedranno
la luce tra 10 anni in strutture che però non avranno il personale necessario
per il presidio delle varie specialità.
A fronte di tutto ciò è
indispensabile mettere da parte le scelte dettate dalla politica e dal relativo
consenso e guardare in faccia i nostri concittadini, perché è per il loro bene
che amministriamo.
Non si vogliono ascoltare i
Sindaci, ma che si tengano allora in considerazione le opinioni, le esperienze
e i pareri di chi tutti i giorni lavora in questo contesto.
La risposta a questa
situazione non può che essere una sola: un nuovo spedale, unico, in cui si
possano attrarre, finalmente, professionisti e dare risposte concrete ad un
problema ormai non più rinviabile. Dove costruire un nuovo ospedale è una
tematica che si può affrontare. Riconoscere che è uno sbaglio investire 190
milioni di euro per due ospedali che già si sa non potranno garantirsi un
futuro, anche.
La Regione Piemonte ascolti
le tante e numerose “grida di allarme”, lo deve ai cittadini e alle future
generazioni della nostra Provincia.
Il Sindaco Gabriele Falcioni
Concordo
sulla scelta dell’ospedale unico, voglio però giustamente ricordare per
correttezza politica che l’ospedale unico si poteva già fare nel 1995 nell’area
di Piedimulera con la giunta di centrodestra Ghigo, c’erano anche i soldi.
Stranamente
però quelli di sinistra che oggi gridano all’allarme sono quelli che allora lo
bocciarono in toto con un referendum, parlo dei vecchi Sindaci di Verbania Aldo
Reschigna, Domodossola Mariano Cattrini, Omegna Teresio Piazza, ed anche gli
ultimi due Sindaci di Casale Corte Cerro Claudio Pizzi e Grazia Richetti allora
consiglieri di minoranza, sulla falsariga di questi Sindaci votarono contro, ricredendosi stranamente però più
tardi votando a favore del progetto dell’ospedale unico progettato sulla
montagna di Ornavasso voluto fortemente dal governo regionale di
centrosinistra, poi anche questo progetto non fu portato avanti Concludo
affermando che l’ospedale unico potevamo già averlo 30 anni fa, ma purtroppo la
miopia politica di sinistra di allora non lo ha permesso
Domenico
Crasà, Consigliere di minoranza
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