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domenica 10 novembre 2013

L'antica festa della Madonna delle Figlie






La Vergine Maria è da sempre venerata come copatrona della parrocchia di San Giorgio martire in Casale Corte Cerro, nelle immagini della Madonna del Rosario o della Vergine assunta in cielo.
Una ricorrenza particolare è quella che viene celebrata la terza domenica di novembre, in corrispondenza con il ricordo della Dedicazione della Vergine al Tempio, conosciuta come lä Madònä dij Mätän, la Madonna delle ragazze, o delle figlie. Il registro delle tradizioni e delle consuetudini della parrocchia, compilato dai parroci a partire dagli ultimi decenni dell'800, la cita come uso consolidato e non vi sono altri riferimenti alla sua istituzione. Viene particolarmente solennizzata dai primi anni del '900, quando l'arciprete don Pietro Tettoni fece collocare in chiesa la statua lignea che ogni anno è portata in processione. Leggenda locale vuole che la festa sia stata ‘inventata’ per dare soddisfazione alle ragazze che un tempo venivano tenute sotto stretto controllo dalle famiglie e quindi, per un giorno almeno, potessero divertirsi con una certa libertà.
Fu collocata simbolicamente a fine autunno, quando tutte le famiglie erano ormai rientrate dagli alpeggi e i lavori agricoli più pesanti terminati, permettendo così momenti di pace e di svago impossibili in altri periodi dell’anno.
Un mese prima l’arciprete ‘di moto proprio e senza obbligo di consultarsi con la fabbriceria né alcun altro’, come recita il già citato registro delle usanze, procedeva alla nomine della priora e della vice priora – signora maritata e non vedova la prima, signorina la seconda – che per un anno avrebbero dovuto collaborare all’organizzazione di alcuni eventi in parrocchia, in particolare durante le festa patronali e copatronali, e sostenerne le attività economiche. Reminescenza forse dell’esistenza di un’antica confraternita femminile, di cui si sono però perse le tracce, erano cariche molto ambite ed esisteva un preciso sistema di individuazione delle nominabili, sistema che tenesse conto dell’attribuzione delle cariche, a rotazione, a persone residenti nelle diverse frazioni su cui la parrocchia si articola.
Le celebrazioni cominciavano la domenica precedente, seconda di novembre, con la questua delle Cercone. Gruppi di tre ragazze, scelte dalle priore, andavano di casa in casa a raccogliere oboli per le casse parrocchiali. Si portavano appresso un alberello confezionato con un ramo di bosso (märtèlä) adorno di nastri colorati e di lustrini e in cambio delle offerte lasciavano in dono noccioline o piccoli dolciumi. La loro ricompensa consisteva nei tre abbondanti pasti della giornata – colazione, pranzo e cena – che consumavano insieme presso l’abitazione di una delle tre, a rotazione. Oggi giorno l’organizzazione non è più così rigida, l’età dei partecipanti si è abbassata e dei gruppi, ormai a numero variabile, fanno spesso parte anche bambini o ragazzi. Il ‘giro’ viene effettuato di sabato pomeriggio e il pasto comunitario si è ridotto a uno solo, una cena offerta sempre dalle priore la sera stessa.
Il giorno della festa era prevista la Messa solenne con la presenza delle priore ‘in grande spolvero’, cui seguiva il pranzo di gala, sempre preparato dalle priore, cui era d’obbligo invitare il parroco, l’eventuale coadiutore, il predicatore che in queste occasioni era fatto intervenire per vivacizzare ancor di più la celebrazione, il fabbriciere, l’organista e il sacrestano. Nel pomeriggio poi si svolgeva il rito di maggior evidenza, la processione per le vie del paese con la statua della Vergine portata a spalle, a turno, dalle ragazze festeggiate. Erano presenti le due confraternite con i paramenti bianchi e rossi, e tutta la popolazione che recava offerte, di solito in forma di generi alimentari. Chi se lo poteva permettere acquistava, direttamente dal sacrestano, e offriva invece i ceri per l’altare.
Al termine della processione un banditore esperto procedeva all’incanto dell’offerta, mettendo all’asta quanto donato. Al di fuori dell’ambiente parrocchiale veniva poi organizzato il ballo delle ragazze, che si protraeva fino a sera.

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