I 125 ANNI DELLA MADONNA DI POMPEI A CASALE
125 anni or sono, proprio
all’alba del nuovo secolo, il dinamico arciprete don Pietro Tettoni, parroco di
San Giorgio, portava a Casale il culto della Vergine del Rosario di Pompei,
dedicandole la chiesa dei santi Carlo Borromeo e Bernardo d’Aosta.
il quadro con le immagini di san Carlo e san Bernardo che ornava l'altare originale
l'edificio originario e i lavori di costruzione del campanileDall’opera Novara Sacra del
1929 apprendiamo che l’edificio fu eretto nel 1593 su disegno, sembra, del
padre priore dei Francescani del Sacro Monte d’Orta; fu poi demolito, per
motivi sconosciuti, e completamente ricostruito nel 1826 e completato con il
campanile nel 1926. Era allora situato in aperta campagna, e nei primi anni
dell’800 gli era stato affiancato il nuovo camposanto a seguito dell’editto di
Saint Cloud emanato nel 1805 da Napoleone primo, imperatore dei Francesi e re
d’Italia.
Nel 1900 don Tettoni fece
smontare il preesistente altare maggiore in legno e lo sostituì con una nuova
opera in prezioso marmo – progettata dall’architetto Albino Gussani di Torino -
sovrastata dal quadro di Enrico Volonierio con la riproduzione del dipinto
presente nel santuario campano, ornando poi – nel 1902 - il capo della Vergine
e del Bambino Gesù con due preziose corone in oro e argento. Ai due lati
venivano posate le statue dei santi – Carlo e Bernardo, quest’ultimo
accompagnato dal tradizionale diavoletto incatenato - cui la chiesa restava
comunque ufficialmente intitolata. L’inaugurazione della nuova opera avvenne il
20 maggio del 1900, con la partecipazione del vescovo di Novara, monsignor
Edoardo Pulciano.
lapide a ricordo della dedicazione del 1900
Nel 1925 si tennero
grandiosi festeggiamenti per il 25° anniversario, con una seconda incoronazione
solenne e per conservarne memoria venne data alle stampe una pubblicazione
monografica intitolata ‘In luce di gloria’. Una copia è stata recentemente
ritrovata da Michelangelo Calderoni nell’archivio della famiglia del nonno,
Michele Calderoni, che per anni fu fabbriciere e sacrestano – ël costeuri,
in dialetto casalese – della parrocchia di San Giorgio Martire. La parrocchia
ha provveduto a eseguirne un certo numero di copie da mettere in distribuzione.

Si arriva poi al ‘fattaccio’
del 1930, quando nella notte tra il 17 e il 18 giugno un ladro penetrò nella
chiesa attraverso una delle finestre, spaccò il cristallo di protezione della
pala e si impossessò delle corone preziose provocando parecchi danni anche
all’altare. Pare però che si fosse tagliato con i frammenti dei vetri, tanto da
lasciare una visibile traccia del percorso di fuga che i Regi Carabinieri
poterono seguire sino alla sua abitazione – a Ramate, si dice – procedendo
all’arresto e al recupero della refurtiva.
l'altare danneggiato dai ladri
la processione del 1930
L’arciprete don Pietro
Belloni lanciò subito una sottoscrizione tra i compaesani per provvedere alle
necessarie riparazioni e organizzò una nuova cerimonia per la seconda
incoronazione della Vergine, con festeggiamenti che si protrassero per tre
giorni, dal 14 al 16 di agosto, e sono ben descritti nella lettera che fece
diffondere alla popolazione.
Nel 1950 si celebrò il 50°
anniversario della dedicazione, procedendo a una terza incoronazione, anche
questa volta con una grandiosa festa che durò per un’intera settimana, dal 4 al
10 di luglio.
programma dei festeggiamenti del 1950
lavori interni negli anni '80
Ricordiamo infine come - per
tutta la seconda metà del XX secolo e del primo ventennio del XXI - vennero
svolti a intervalli regolari lavori di mantenimento e ristrutturazione dell’edificio.
Da citare soprattutto il grande intervento stradale dei primi anni ’70 che
portò alla realizzazione della via 1° Maggio e all’allargamento della via
Crebbia, con conseguente eliminazione della graziosa piazzetta semicircolare
che fronteggiava la chiesa di San Carlo, con la Croce Missionaria al suo centro
e la doppia scaletta di pietra che portava alla vecchia strada per Cafferonio.
Massimo M. Bonini – Max
barbä Bonìn 20/07/2025